Si parola di diagnosi di aborto spontaneo o aborto interno in quei casi in cui:

  • Non si visualizza l’attività cardiaca in un embrione di CRL (lunghezza dell’embrione, definita come Lunghezza Cranio Caudale) maggiore o uguale a 5mm;

  • Non si visualizza l’embrione in una camera ovulare di diametro medio di 20mm.

Se i precedenti criteri non sono soddisfatti è opportuno ripetere l’esame ecografico dopo 5-7 giorni.

Cosa fare in caso di aborto spontaneo

Trattamento conservativo

Questo trattamento viene riservato alle pazienti la cui gravidanza ha avuto una diagnosi di aborto spontaneo in un tempo inferiore alle otto settimane di gestazione e con diagnosi di aborto completo. Si tratta di una condizione con minima o non visualizzabile quantità di materiale residuo in utero evidenziato ecograficamente. Consiste in un trattamento di osservazione di completo svuotamento spontaneo della cavità uterina, ripetendo l’ecografia a distanza di 5-7 giorni.
La mia raccomandazione è quella di recarsi presso il pronto soccorso ostetrico- ginecologico in caso di:

  • Perdite di sangue abbondanti;

  • Perdite maleodoranti;

  • Temperatura corporea superiore a 38°C per più di un giorno;

  • Dolori addominali incontrollabili farmacologicamente.

Prima di attuare un trattamento conservativo, è opportuno che il personale sanitario informi la paziente, anche tramite un adeguato consenso informato.

Trattamento operativo

Il trattamento operativo è definito come raschiamento o isterosuzione o svuotamento della cavità uterina. E’ indicato er le pazienti con gravidanza diagnosticata in aborto spontaneo oltre l’ottava settimana di amenorrea – assenza di ciclo mestruale – o nelle quali lo svuotamento spontaneo della cavità uterina non è avvenuto.
Il razionale di questa procedura operativa sta nel poter evitare che i residui della gravidanza esitata in aborto presenti nell’utero possano causare infezioni o sanguinamenti. Inoltre, il prelievo strumentale del materiale presente nella cavità uterina consente di effettuare un esame istologico: in questo modo si possono smascherare eventuali anomalie o problematiche che hanno portato all’aborto e che, senza un esame istologico, non sarebbero state evidenziabili.

In cosa consiste la tecnica del raschiamento?

Il raschiamento è generalmente una procedura che si esegue in day-surgery, cioè senza la necessità di permanenza in ospedale per uno o più giorni. All’accesso in ospedale, verranno eseguiti:

  • Esami ematici;

  • Elettrocardiogramma;

  • Radiografia del torace (se prevista o richiesta);

  • Ecografia ginecologica transvaginale per confermare l’assenza di battito e per evidenziare la morfologia della cavità dell’utero o le dimensioni effettive dell’embrione.

Il raschiamento step-by-step

La procedura si effettua con un’anestesia che è indicata come sedazione profonda e non una vera e propria anestesia, senza intubazione orotracheale o anestesia spinale/epidurale. Se necessario, durante la sedazione il ginecologo effettuerà una gentile dilatazione del collo dell’utero e con uno strumento chirurgico molto sottile procederà a grattare l’interno della cavità dell’utero, portando via – attraverso il collo dell’utero precedentemente dilatato – il materiale in cavità.

L’isterosuzione

Nel tempo, questa metodica è stata sostituita con la tecnica dell’isterosuzione, che consiste nell’aspirazione del contenuto della cavità uterina tramite cannula – la procedura è detta tecnica di Karman – invece della sua rimozione meccanica. I vantaggi di questa tecnica sono un minor tempo operatorio e una minore percentuale di traumatismi sull’utero o sanguinamenti.

Quali possono essere le complicanze dell’isterosuzione?

Le possibili complicanze di questa procedura possono essere dovute al collo dell’utero molto chiuso, stenotico, oppure a delle  malformazioni/malposizioni uterine o all’eccessiva debolezza delle pareti uterine. Si configura l’eventualità di una perforazione uterina con gli strumenti utilizzati. La perforazione uterina, se di piccole dimensioni e se il chirurgo ha avuto modo di rilevarla immediatamente, di solito non comporta ulteriori interventi, si risolve spontaneamente grazie alla capacità contrattile dell’utero e necessita di osservazione.

diagnosi di aborto spontaneo luigi fasolino

Cosa succede nel caso di perforazioni o lesioni uterine più estese?

In caso di perforazioni o lesioni più estese potrebbe essere necessario un vero e proprio intervento chirurgico per suturare la porzione di utero perforata. Quest’intervento può essere effettuato:

  • in laparoscopia, se le condizioni della paziente e la zona del sanguinamento lo consentono;

  • in laparotomia, cioè con un taglio sull’addome simile a quello del taglio cesareo, in caso di emergenza.

Cosa devi aspettarti dopo un aborto

In caso di volontà di affrontare future gravidanze dopo un aborto spontaneo e un eventuale raschiamento/ isterosuzione, devi sapere che:

  • Nel caso si siano verificati uno o due aborti, ci sono elevate possibilità di avere una gravidanza normale e di partorire un bimbo sano;

  • A meno che non si siano verificati 3 aborti consecutivi, non è necessario eseguire accertamenti specifici prima di ulteriori gravidanze;

  • Se lo desideri, la ricerca di una gravidanza è possibile già dal ciclo mestruale successivo all’aborto.