È una domanda da 1 milione di dollari, comune a tutte le donne a termine di gravidanza o inizio travaglio.

La risposta è… Dipende!

andare in ospedale

Sfatiamo qualche mito

Teniamo lontane le serie TV americane che ad un primo doloretto o ad una prima goccia di liquido amniotico suggeriscono di trovare delle asciugamani e di preparasi al parto imminente.

Non è affatto così. I prodromi di travaglio, cioè contrazioni e doloretti che vengono avvertiti ma che non costituiscono vero e proprio travaglio, possono durare molte ore, fino a giorni.

Vi dirò di più, anche quando sta partendo un iniziale travaglio, le linee guida ci suggeriscono che la futura mamma svolga parte di esso a casa, tra le mura domestiche, tra volti amici.

Quindi come posso capire che sono in travaglio?

In linea generale, un numero di 3 o più contrazioni in 10 minuti, dolorose, che durino più di 30-40 secondi dovrebbero farci sospettare un travaglio vero e proprio.
Inoltre, si parla di travaglio attivo quando le contrazioni sono regolari e la dilatazione del collo dell’utero è di almeno 3-4 cm.
Ovviamente le scelte non possono essere uniformate via web. Ogni donna ha la propria percezione del dolore, e ogni sintomo potrebbe richiedere di essere attenzionato, ma ci sono dei campanelli d’allarme che dovrebbero invece farci correre in ospedale:

  • improvvise perdite ematiche dai genitali

  • perdite di liquido amniotico (non sono sempre segno di parto imminente ma meritano ricovero)

  • riduzione dei movimenti fetali

  • contrazioni uterine che non hanno pause tra l’una e l’altra

Sai quali sono le principali vaccinazioni raccomandate in gravidanza? Ho scritto un articolo dedicato, lo trovi a questo link.