VANTAGGI DELLA LAPAROSCOPIA

. Maggiore precisione chirurgica

. Rispetto dei tessuti sani ( telecamera e visione in 3D o HD consentono al chirurgo di differenziare al meglio le strutture sane da quelle patologiche)

. Minore ospedalizzazione ( ci sono centri in cui per un’isterectomia laparoscopica la paziente viene dimessa la mattina successiva all’intervento)

. Rapido recupero fisico della paziente

. Minori inestetismi

. Assenza di cicatrici invalidanti sull’addome delle pazienti

QUANDO NON E’ POSSIBILE ESEGUIRE UNA LAPAROSCOPIA

In generale, possono costituire una controindicazione alla laparoscopia:

. Pregressi o multipli interventi chirurgici o grosse sindromi cicatriziali addominali . Presenza di aderenze intraddominali

. Condizioni fisiche o patologie preesistenti all’intervento ( deficit della respirazione o cardiaci)

.Qualunque situazione che richieda al chirurgo di decidere, con intelligenza ed etica, di abbandonare la via mini invasiva, magari anche in corso di intervento, in favore di una chirurgia tradizionale ( sanguinamenti improvvisi, lesioni accidentali di altri organi o apparati, forti sindromi aderenziali, malfunzionamenti dello strumentario, etc)

CONSIDERAZIONI SULLA CHIRURGIA LAPAROSCOPICA IN ITALIA

Ci tengo ad elencare piccole considerazioni personali, che stavolta non fanno riferimento a linee guida o protocolli, ma sono il frutto di esperienza chirurgica personale maturata nel corso degli anni.

Al giorno d’oggi deve essere abbandonata l’idea del chirurgo che per operare “ apre” l’addome di una paziente. Come ho detto, quasi tutte le patologie ginecologiche possono essere trattate con tecnica mini invasiva, pur costituendo l’eventualità di una chirurgia tradizionale una parte del bagaglio culturale di un chirurgo. Ma per etica, per professionalità, o per il semplice rispetto della paziente, un chirurgo ginecologo deve eseere aggiornato sulle ultime tecniche disponibili, per poter assicurare alla paziente il miglior trattamento possibile.

Facendo un banale esmpio, una cisti ovarica anche di grosse dimensioni può essere asportata in laparoscopia risparmiando il tessuto sano dell’ovaio, garantendo possibilità di fertilità futura magari ad una paziente giovane e desiderosa di prole, e non procurando fastidiose ed invalidanti cicatrici.

Perchè allora non viene proposta sempre la via laparoscopica?

I motivi sono molteplici, e tra questi:

. La preparazione del chirurgo: stiamo assistendo ad un cambio generazionale nella classe medica, in cui è magari raro trovare un chirurgo a fine carriera ferrato in tecniche di ultima generazione o nell’utilizzo di teconologie sempre in evoluzione. Ma d’altra parte non è ammissibile che un giovane chirurgo non abbia già tra le mani la dimestichezza delle tecniche mini invasive.

. I fondi per le attrezzature: molti sono i centri in Italia in cui è possibile garantire tecniche laparoscopiche. Ed in questi centri lavorano eccellenti chirurghi ginecologi, il cui lavoro è riconosciuto in campo scientifico in tutto il mondo. Purtroppo la nostra rete sanitaria nazionale è anche fatta di molti centri piccoli, la cui organizzazione è assoultamente insufficiente per i tempi in cui viviamo, in termini di numero di medici in organico e di attrezzature. Eppure sono centri ospedalieri aperti al pubblico, in cui però non viene garantito lo stesso trattamento che può trovarsi in un grande centro ospedaliero o universitario.

. La formazione: Solo in pochi centri viene garantito un corretto percorso formativo chirurgico in ambito ginecologico mini invasivo (isteroscopico,laparoscopico o robotico). Non tutte le scuole di specializzazione sono attrezzate con programmi formativi adeguati o con algoritmi di insegnamento certificati che consentano ai futuri chirurghi di trovare confidenza con la chirurgia ginecologica.

Nel corso degli anni , insieme a tanti colleghi specialisti in chirurgia laparoscopica e robotica appassionati e scientificamente dediti alla professione, ho cercato di diffondere i concetti basilari della chirurgia mini invasiva ai giovani chirurghi, in Italia come all’estero. La speranza è che nel corso degli anni tanti medici chirurghi neospecialisti possano decidere di affrontare con passione e sorriso lo sforzo richiesto per diventare un buon chirurgo, in modo da garantire sempre alle nostre pazienti il miglior trattamento possibile secondo le proprie competenze.

Il mestiere del chirurgo può essere un piacere, ma aggiornarci per farlo è un nostro dovere.