DEFINIZIONE

L’avvento della chirurgia laparoscopica ha sicuramente rivoluzionato l’approccio chirurgico alle patologie ginecologiche sia benigne che maligne. Con l’ausilio di una piccola telecamera, un sistema video in alta risoluzione, e degli strumenti che sono di caibro sempre più piccolo ( fino a 2.8 mm di spessore) al giorno d’oggi è possibile eseguire interventi ginecologici davvero complessi e che probabilmente in passato richiedevano massive aperture dell’addome e cicatrici invalidanti. Si è quindi assistito al passaggio dalla chirurgia tradizionale “ laparotomica” o “aperta” a quella mini-invasiva “laparoscopica”.

Un riferimento agli anni della nascita della laparoscopia non è casuale. Oltre a costituire una tappa storica e significativa nel mondo della chirurgia, deve donarci lo spunto per una riflessione: la laparoscopia ginecologica ha iniziato ad affermarsi in Italia intorno alla fine degli anni ’90. Attualmente, circa il 95% delle patologie ginecologiche benigne o maligne può essere trattato con questa tecnica, che presenta numerosi vantaggi. E’ quindi inaccettabile che al giorno d’oggi non venga offerta alle pazienti una soluzione chirurgica laparoscopica – per mancanza o inadeguatezza dello strumentario di una determinata struttura sanitaria, o per assenza di aggiornamento degli operatori – sempre o tutte le volte che sia possibile.

Questo per garantire uno dei maggiori vantaggi della chirurgia laparoscopica, cioè la mini-invasività chirurgica: con cicatrici di soli 10mm, 5mm, o addirittura 3 mm possono essere trattate la maggior parte delle problematiche chirurgiche ginecologiche.

Inoltre le nostre pazienti sono donne, di tutte le età. Quanto o più degli uomini necessitano di tutelare il proprio corpo in benessere fisico ed estetico. A noi chirurghi, quando veniamo chiamati in causa, il compito di preservare la bellezza del corpo femminile evitando inutili ed invalidanti inestetismi.

COME SI ESEGUE UNA LAPAROSCOPIA

E’ necessaria un’anestesia generale, anche se recentemente si stanno affermando alcune tecniche laparoscopiche che possono essere effettuate anche con un’anestesia spinale/epidurale.

Come primo step, tramite una piccola incisione di 10 o 5 mm, viene solitamente inserita una telecamera in posizione centrale sull’addome della paziente. Di solito si preferisce effettuare questa prima incisione attraverso l’ombelico, una cicatrice già naturalmente presente nel nostro corpo, e che a fine intervento verrà richiusa in maniera estetica, nascondendo completamente l’accesso chirurgico e riportando l’ombelico alle sembianze pre-intervento.

Una laparoscopia ginecologica convenzionale potrebbe prevedere altre 2-3 incisioni sul basso addome, di solito tutte di 5 mm o meno: Un’incisione laterale sinistra al basso addome, una a destra ed una di solito centrale. Tutte queste incisioni possono essere effettuate sulla “linea bikini”, risultando completamente invisibile nel postintervento.

Attraverso queste piccole cicatrici, non più grandi di un’unghia, vengono inseriti degli strumenti molto sottili, nell’ordine di 3-5mm, tra cui forbici chirurgiche, pinze, o strumenti elettrificati per effettuare tagli o coagluazioni.

Attraverso queste incisioni inoltre, durante l’intervento viene insufflata anidride carbonica, con il risultato di “ gonfiare “ leggermente l’addome della paziente, consentendo di creare una distanza tra la parete addominale e gli organi interni su cui si effettuarà la procedura chirurgica. Il gas insufflato verrà poi espulso alla fine dell’intervento.

La telecamera utilizzata contiene inoltre una fonte di luce allo xenon, che consente di “illuminare” il campo chirurgico anche ad addome chiuso.

Tutte le immagini vengono trasmesse su uno schermo ad alta definizione presente in sala operatoria, di solito in HD, 4K, 3D, consentendo ai chirurghi di ingrandire e “ magnificare” l’immagine ed ottenere una maggiore precisione chirurgica con movimenti fini e delicati.

PER QUALI PATOLOGIE GINECOLOGICHE SI PUO’ EFFETTUARE UNA LAPAROSCOPIA?

In base alla preparazione del chirurgo, in base allo strumentario a disposizione… Quasi tutte le patologie ginecologiche al giorno d’oggi possono essere trattate con tecnica laparoscopica.

Alcuni esempi:

  • Cisti ovariche, anche di grandi dimensioni ( dermoidi, semplici, endometriosiche, etc)

  • Miomi uterini .

  • Endometriosi ( superficiale, profonda, intestinale, ureterale, vescicale, addominale) .

  • Infertilità ( laparoscopia diagnostica o operativa) .

  • Gravidanza extrauterina .

  • Patologie delle tube ( sactosalpinge, idrosalpinge, etc) .

  • PID ( malattia infiammatoria pelvica, infezioni intraddominali) .

  • Aderenze intraddominali .

  • Annessiectomia ( Rimozione delle ovaie) .

  • Isterectomia ( rimozione dell’utero, con o senza rimozione delle ovaie) .

  • Patologie del prolasso uterino ( a volte in comunione con chirurgia vaginale) .

  • Tumore dell’endometrio .

  • Tumore del collo dell’utero (a volte per una chirurgia estesa può essere necessaria una laparotomia) .

  • Tumori ovarici ( a volte per una chirurgia estesa può essere necessaria una laparotomia) .

  • Diastasi dei retti addominali ( per difetti estesi può essere necessaria una chirurgia tradizionale)

Le patologie elencate, con le corrette indicazioni, costituiscono una grandissima fetta delle eventualità che un chirurgo ginecologo può trovarsi ad affrontare nel corso della propria carriera. E’ responsabilità primaria del chirurgo ginecologo, e di chi sceglie di diventarlo o di definirsi tale, aggiornarsi ed impegnarsi per apprendere e padroneggiare la tecnica laparoscopica.